L'Averla piccola e l'allevamento in cattività dei suoi nidiacei

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    L'Averla piccola e l'allevamento in cattività dei suoi nidiacei
    (Lanius collurio)



    Allevare un nidiaceo di Averla allo stecco non è una esperienza molto facile, oltretutto le leggi restrittive sulla detenzione degli uccelli non aiutano gli appassionati, che dedicano non poco tempo a salvare quei poveri nidiacei che appena dopo un temporale estivo non di rado cadono dai nidi e quindi
    sarebbero destinati a morte sicura. Dicevo che l’allevamento allo stecco è un impegno non da poco e nel mio caso, dopo aver salvato il piccolo e averlo portato all’autosufficienza, gli dono la libertà.
    Una evento bello che sto riscontrando ultimamente è che sempre più persone manifestano interesse al salvataggio di questi poveri pulcini, a qualsiasi specie ornitica essi appartengano.
    Credo che sia aumentata la consapevolezza della gente in favore della conservazione del patrimonio avifaunistico nazionale.
    Personalmente, ogni anno mi vengono recapitati, da gente del luogo che conosce questa mia grande passione, decine di pulcini, infreddoliti e mezzi morti di fame, che io provvedo, quasi sempre con successo, a salvare.

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    Le premesse

    Alcune estati fa un contadino di mia conoscenza rinviene a terra, accanto ad una siepe, dopo un violento temporale, un nidiaceo del tutto impiumato di Averla piccola. Ho riconosciuto subito la specie in quanto una ventina di giorni prima un amico con la mia stessa passione aveva rinvenuto un nido mezzo distrutto con ben sei nidiacei di Averla piccola: ormai li aveva quasi svezzati. Immediatamente mi informai sugli alimenti che aveva usato per svezzare la sua nidiata, ma decisi di sperimentare ed usai una metodica diversa allo scopo di studiare il comportamento dei nidiacei a diversi tipi di alimentazione.

    L'allevamento

    Decisi di iniziare l'allevamento con degli omogeneizzati di manzo, carne tritata ed alcune tarme della farina con l'aggiunta di un pastoncino universale per insettivori, mentre l'amico nutriva i suoi piccoli con cuore di vitello, qualche insetto vivo ed una bacca di lampone al giorni per ogni nidiaceo. Ambedue le tecniche di allevamento permisero di crescere i pullus sani e robusti. Oggi, a svezzamento compiuto, sono in prevalenza nutriti con carne cruda, tarme della farina e carne bollita senza sale. L'estate successiva, quando le Averle tornarono nella zona per nidificare, tutti gli esemplari da noi allevati allo stecco furono rimessi nel loro ambiente e monitorati, fin quando possibile, per seguirne gli spostamenti e il comportamento.

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    Osservazioni in cattività

    Nella fase di mantenimento ho evidentemente provveduto ad osservare gli esemplari in cattività: posso dire che diventano confidenti a tal punto da prendere il cibo dalle mani. Amano molto l'acqua e si bagnano diverse volte al giorno. Riconoscono immediatamente la voce della persona che li ha allevati e appena ne avvertono la presenza fanno sentire il loro verso di richiamo. Il comportamento durante il pasto è simile, in parte, a quello dei rapaci: afferrato il cibo col becco, lo passano rapidamente in una zampa con la quale lo trattengono saldamente e con movimenti che sono tipici degli uccelli predatori ne strappano piccoli pezzi con il loro becco uncinato.
    Sebbene raggiungano un grado di addomesticamento quasi totale, rimane inalterato l'istinto predatorio ed è sufficiente che mosche o farfalle si trovino alla portata del loro becco perché vengano ghermite ed immediatamente divorate. Questa ultima osservazione ci offrì la certezza che al momento di riprendere la libertà riescono sicuramente a procacciarsi il cibo, anche se il pericolo maggiore, a questo punto, è la mancanza di timore verso l'uomo.


    Descrizione

    L'averla piccola ( Lanius collurio ) appartiene alla Famiglia dei Lanidi e come tutte le Averle è considerata il “Falchetto” dell'Ordine dei Passeriformi.
    Il maschio ha le parti superiori del corpo, collo e testa color grigio azzurro mentre il dorso è castano fulvo; le parti inferiori presentano un delicato color rosato. Le ali sono nere con marginature castano fulvo e le timoniere, parimenti nere, hanno bordature bianche alla base; zampe e becco sono neri. La femmina si riconosce dal maschio per la presenza di sottili striature cenerine nelle parti inferiori del corpo. Si nutre di insetti di ogni dimensione, ranocchi, piccoli rettili, nidiacei di altri uccelli e non disdegna nemmeno i roditori.


    Osservazioni in natura

    E' curioso l'atteggiamento che assume nel momento di maggiore attività di caccia, quando sosta apparentemente tranquilla su un ramo o filo della luce e, scorta una qualsiasi preda, si getta a tuffo per bloccarla e ghermirla sul terreno come fanno i più abili predatori alati. Un'abitudine altrettanto curiosa, che probabilmente non trova riscontro in altri piccoli Passeriformi, è quella di dilaniare prima ed infilzare dopo sulle spine dei roveti o sui rami di alberi spinosi le sue abituali prede, dal piccolo coleottero alla lucertola, che consuma poi a suo piacimento. Questa è una specie da sempre protetta, per l'elevato numero di insetti dannosi che consuma, anche se, in effetti, all'osservatore attento non sfugge il danno che arreca ad altre piccole specie ornitiche, di cui fa razzia di nidiacei quando ne scopre il nido. All'epoca della riproduzione il maschio, preso possesso della zona ove verrà ubicato il nido, ne abbozza la costruzione ben celata a media altezza dal suolo, su un albero, all'interno di un cespuglio o fra le viti, in attesa dell'arrivo della femmina con la quale accoppiarsi e procedere “in coppia” al completamento del nido stesso. Le uova deposte, da 2 a 6, sono incubate esclusivamente dalla femmina, mentre il maschio provvede direttamente al sostentamento della compagna. I piccoli sono allevati da entrambi i genitori che li difendono con grande coraggio da ogni pericolo, non esitando in certi casi ad attaccare anche l'uomo.


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  2. Giulia882
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    Ciao,
    ho trovato Venerdì una Averla piccola e la sto curando dopo aver chiamato per assistenza la LIPU di Roma.
    Vorrei chiedere delle informazioni più dettagliate su come nutrirla e addestrarla perchhé non mi hanno saputo dare molte risposte. Al momento mangia il giorno ogni due ore e mezza 5-6 camole della farina. Mi dicono che mangia molto, cosa potrei comprarle e quanto dargliene: camole del miele?
    Inoltre si sta impiumando e non so come abituarla pian piano a prendere confidenza con l'esterno.
    Mi farebbe molto piacere conoscere la sua esperienza.
    Grazie
     
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    granatiere granitico

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